Anno 1 Numero 20 Del 19 - 5 - 2008
Cecità
Editoriale

Gian Maria Tosatti
 
Una Julianne Moore emaciata, in bilico, apre con Blindness il Festival di Cannes. Il suo volto scolorito è la visione più rassicurante nel mondo oscuro che il film diretto da Fernando Meirelles e tratto dal romanzo Cecità di José Saramago, ritrae in un viaggio allo sprofondo dell’istintualità umana. Il libro che ha dato la spinta definitiva al Nobel per l’autore portoghese è una lucida dichiarazione per iscritto della instabilità del primato umano per quanto riguarda il tema della morale. Il gioco letterario è semplice: basta il venir meno uno dei sensi su cui si fonda l’orientamento per trasformare un uomo rispettabile in un folle mostro. E l’epidemia che costringe tutti a brancolare come bestie cieche in una città lentamente trasformatasi in girone infernale non è che una metafora estremamente manifesta. Non c’è, infatti, nella rassegna di orrori elencati da Saramago - e ripresi dal film -, una sola “specialità” che non appartenga al campionario quotidiano della cronaca. Il racconto si vuole di per sé iperbolico per farsi simbolo, e allora il velo latteo che copre la vista di tutti i personaggi – ad eccezione della protagonista – trasforma le facce dei mostri della porta accanto in più stilizzati volti dagli sguardi immobili e dai movimenti accorti, simili a zombie. Ma alla fine del film è il medico stesso, l’uomo di cui seguiamo da vicino il calvario attraverso gli occhi della moglie, a strappare – una volta riacquistata la vista - l’ultimo brandello di finzione letteraria affermando che «non siamo diventati ciechi, lo siamo: ciechi che vedono, ciechi che, pur vedendo, non vedono». Insomma il problema non sta nella cecità fisica, ma nella percezione di quello che sta intorno e in primo luogo dell’altro da noi. E forse non è un caso che sia questo film ad aprire nel 2008 il festival più politico, ma anche più prestigioso del cinema internazionale.

La quasi totalità dei drammi veri che accadono nel mondo dipende proprio dalla mancata o imprecisa percezione della realtà da parte dell’uomo, dalla sua mancata lungimiranza, la sua miopia, appunto dalla sua cecità. Ne sono testimonianza le immagini delle catastrofi ecologiche di questo pianeta, i bollettini medici che vedono alzarsi esponenzialmente l’indice delle malattie legate all’inquinamento, oppure, restando in Italia, i filmati dei capi di bestiame che si accasciano improvvisamente e muoiono mentre pascolano nei campi del casertano. Tutte conseguenze di azioni involontarie. Non compiute per volontà di distruzione, ma per la mancata percezione delle conseguenze di azioni mirate al successo del singolo e incuranti del bene della comunità.
E poi ci sono altri gradi di cecità, quella culturale che priva l’uomo di una qualità che non è affatto innata, il discernimento. I fatti di Napoli, con le molotov contro i campi rom ne sono testimonianza viva e lacerata. Anche in quel caso il problema è percettivo e ben si presta la metafora di Saramago per cui si tende a confondere tutto in un omogeneo appannamento, mescolando la rabbia col diritto, il colpevole con l’innocente, l’amore con l’odio, l’umano con il disumano, in un unico grande velo di cecità che dà alla testa.

Chi di noi, preso singolarmente se la sentirebbe di sparare nel mucchio? Chi di noi preso singolarmente se la sentirebbe di calpestare le regole del diritto su cui s’è costruita la nostra civiltà e scendere in strada come i barbari, come gli zombie di Saramago per saziare la propria bestiale sete di sangue? Sono domande retoriche, e sembrano ingenue nel momento stesso in cui vengono poste. Eppure nel mucchio si spara e il diritto si calpesta con la complicità morale di quelle istituzioni che dovrebbero difenderlo e invece invitano a crociate contro popoli e razze come accadeva in un tristissimo momento della storia, lontano solo settant’anni e davvero a portata di mano.
Allora erano gli ebrei, gli omosessuali, i negri, i disabili. Oggi sono i rom, i rumeni. Ma esistono gli ebrei? I rom? I negri? I rumeni? Non so. Forse anche chi percepisce tutti come esseri umani, come fratelli, fa di tutta l’erba un fascio e denuncia una miopia percettiva. Eppure, forse per l’imprescindibile retaggio cristiano, mi pare che in questo errore non ci sia del male. Ma c’è, perché anche in questo caso l’innocente si confonde con il responsabile, il giusto con il reo, in una lattiginosa omogeneità allo stesso modo autodistruttiva.

Non è dunque questione di bene o di male, ma solo di percezione più o meno sviluppata. E’ certo però che non c’è bisogno di avere sesti sensi o poteri divinatori. E spesso, se non si ha un vero e proprio intuito, per avere una corretta percezione delle cose – non più di quanto non si richieda - basta attenersi alla conoscenza dei fatti, così come recita il fondamento di tutte le giurisprudenze dei paesi liberi.
Nei giorni scorsi – i primi del suo governo - il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha rilasciato a Radio 24 una dichiarazione che annunciava la volontà di chiudere quel grande cantiere di sperimentazione sociale, culturale, artistica, politica (nel senso alto del termine) che sono i centri sociali romani. Spazi che talvolta con alcuni limiti, hanno favorito uno sviluppo culturale di questa città dal basso, diventando gli avamposti cittadini delle più significative esperienze artistiche nazionali e internazionali. Punti di eccellenza e di orgoglio che in questi anni hanno supplito spesso le gravissime carenze istituzionali sia in ambito di “accesso alla cultura” – che in un paese democratico è sinonimo di accesso alla libertà, all’identità, ai valori, all’emancipazione, allo sviluppo dell’essere umano – sia in ambito di difesa di diritti fondamentali come l’abitare, in una città completamente in mano alla speculazione degli immobiliaristi che fa vergognare qualunque italiano voglia fare un paragone con altre capitali europee (questo paragone lo ha fatto benissimo Report nella puntata del 4 maggio – vedila sul sito). Giustificando poi la nascita dei centri sociali di destra, il neo-sindaco dichiarava che: «le amministrazioni di sinistra, tollerando 40 centri sociali di sinistra, spesso e volentieri violenti ed aggressivi, poi non avrebbe potuto impedire a uno o due centro sociali di destra di nascere nella città». L’errore di percezione è tutto in questa dichiarazione che esprime una visione errata, distorta della realtà dei centri sociali. In questa dichiarazione si avverte quella grave miopia percettiva che un amministratore per primo dovrebbe sforzarsi di combattere quand’anche uno sguardo lucido lasciasse intravedere realtà assai diverse da quelle che hanno mosso le proprie convinzioni di tutta una vita. E visto che in questo numero della nostra rivista ci occupiamo del problema della percezione abbiamo deciso di dare una mano al sindaco Alemanno a vederla non secondo le “accecanti opinioni”, ma secondo i “riscontrabili fatti”, nella speranza che cambi il proprio punto di vista e che rettifichi la dichiarazione che definisce i centri sociali di sinistra «spesso e volentieri violenti ed aggressivi». Per farlo gli ricordiamo che dal 2005 ad oggi - ossia da quando i centri sociali di sinistra sono diventati il cuore di quel rinascimento romano che ha fatto riconquistare alla capitale il primato culturale perduto da decenni - non vi è stata alcuna iniziativa «aggressiva e violenta» da parte dei militanti e degli operatori di questi spazi che notoriamente fanno della “pace” una bandiera di valore. Di contro, nello stesso periodo, le aggressioni armate di matrice fascista contro omosessuali, militanti di sinistra, immigrati o semplici cittadini (tutti indifesi) a Roma, riconducibili o ricondotte ai centri sociali di destra o alle cellule extraparlamentari di una ideologia che fa della violenza una propria componente fondante, sono state 71 e molti gli atti vandalici gravi che vanno dalle stelle di David sui negozi alla deturpazione di lapidi, fino all’incendio di automobili. Perché il nostro intento risulti ancora più utile al sindaco facciamo seguire la lista completa di questi “fatti”. Buona lettura.

12 febbraio 2005 (a mani nude – nessun ferito grave)
20 febbraio 2005 (coltelli – un ferito grave)
6 marzo 2005 (coltelli e bottiglie rotte – un ferito grave e diversi feriti)
14 aprile 2005 (incendio ad abitazioni – nessun ferito grave)
21 aprile 2005 (a mani nude – un ferito)
23 aprile 2005 (a mani nude – due feriti)
20 maggio 2005 (bomba in un centro sociale – nessun ferito)
3 giugno 2005 (coltelli – un ferito grave e diversi feriti)
3 giugno 2005 (mazze chiodate, mazze, catene e bottiglie rotte – 1 ferito grave e 10 feriti)
5 giugno 2005 (bastoni – un ferito grave)
24 giugno 2005 (spranghe e bottiglie rotte – 7 feriti)
30 agosto 2005 (molotov – nessun ferito)
2 ottobre 2005 (tirapugni – un ferito grave)
9 ottobre 2005 (a mani nude – due feriti)
12 ottobre 2005 (catena – un ferito)
8 gennaio 2006 (a mani nude – un ferito)
9 gennaio 2006 (armi varie – nessun ferito)
13 gennaio 2006 (bastoni – quattro feriti)
21 gennaio 2006 (a mani nude – un ferito)
22 gennaio 2006 (coltelli – due feriti)
28 gennaio 2006 (mazze – due feriti gravi)
31 gennaio 2006 (a mani nude – un ferito)
2 febbraio 2006 (a mani nude – un ferito)
4 febbraio 2006 (coltelli – un ferito grave)
10 febbraio 2006 (molotov – nessun ferito)
13 febbraio 2006 (bottiglie rotte e spranghe – un ferito grave)
22 febbraio 2006 (atto vandalico)
22 febbraio 2006 (armi varie – nessun ferito)
3 marzo 2006 (atto vandalico)
14 marzo 2006 (atto intimidatorio)
28 marzo 2006 (atto vandalico)
29 marzo 2006 (atto intimidatorio assieme ad esponenti di An)
6 aprile 2006 (chiavi inglesi e catene – due feriti gravi e due feriti)
7 aprile 2006 (atto vandalico – scritta “vi ammaziamo” con una sola “z”)
10 aprile 2006 (molotov – nessun ferito)
23 aprile 2006 (sassi, bottiglie rotte e molotov – nessun ferito)
23 aprile 2006 (a mani nude – un ferito)
27 aprile 2006 (spranghe e bottiglie rotte – due feriti)
10 maggio 2006 (a mani nude – nessun ferito)
23 maggio 2006 (molotov – nessun ferito)
26 maggio 2006 (mazze, bastoni, un’ascia e due bombe carta – diversi feriti)
1 luglio 2006 (armi varie e bombe carta – nessun ferito)
6 luglio 2006 (bottiglia rotta – un ferito)
9 luglio 2006 (atti vandalici)
27 luglio 2006 (atto vandalico)
8 agosto 2006 (tantato incendio – nessun ferito)
27 agosto 2006 (coltelli – un morto, un ferito grave, un ferito)
31 ottobre 2006 (atto vandalico)
10 novembre 2006 (atto vandalico)
12 novembre 2006 (a mani nude – un ferito)
21 novembre 2006 (chiavi inglesi – nessun ferito grave)
25 novembre 2006 (armi varie – un ferito)
4 dicembre 2006 (a mani nude – due feriti)
18 dicembre 2006 (bomba – nessun ferito grave)
31 dicembre 2006 (atto vandalico)
26 gennao 2007 (a mani nude – un ferito)
3 marzo 2007 (atto vandalico)
28 marzo 2007 (bastoni e manifesti di Azione Giovani – due feriti)
29 marzo 2007 (a mani nude – nessun ferito grave)
1 aprile 2007 (molotov – nessun ferito grave)
13 aprile 2007 (spranga – un ferito grave)
19 aprile 2007 (procurato incendio – nessun ferito)
5 maggio 2007 (a mani nude – un ferito)
10 maggio 2007 (catene, bastoni, bottiglie rotte – cinque feriti)
19 maggio 2007 (atto vandalico)
5 giugno 2007 (cric, bastoni e caschi – un ferito grave e un ferito)
28 giugno 2007 (spranghe, coltelli e bombe carta – due feriti gravi e diversi feriti)
4 luglio 2007 (atto vandalico)
11 luglio 2007 (mazze, catene e coltelli – un ferito grave e cinque feriti)
13 luglio 2007 (atto vandalico)
9 settembre 2007 (atto vandalico)
12 settembre 2007 (atto vandalico)
20 settembre 2007 (catene, bastoni, sassi, bottiglie e molotov – nessun ferito grave)
24 ottobre 2007 (atto vandalico)
2 novembre 2007 (a mani nude – tre feriti)
2 novembre 2007 (coltelli – un ferito grave e due feriti)
18 gennaio 2008 (atto vandalico)
23 gennao 2008 (atto vandalico)
27 gennaio 2008 (a mani nude – un ferito grave)
17 febbraio 2008 (tirapugni – un ferito)
17 febbraio 2008 (procurato incendio – nessun ferito)
23 febbriao 2008 (atto vandalico)
25 febbraio 2008 (spranghe e coltelli – due feriti)
7 aprile 2008 (atto vandalico)
7 aprile 2008 (atto vandalico)
7 aprile 2008 (atto vandalico)
17 aprile 2008 (armi varie – nessun ferito)
28 aprile 2008 (mazze e felpe di Gianni Alemanno – nessun ferito)
3 maggio 2008 (coltelli – un ferito)
8 maggio 2008 (a mani nude – due feriti)
16 maggio 2008 (caschi – un ferito)