Anno 3 Numero 03 - 01.03.2011 |
Anno 1 Numero 21 Del 23 - 5 - 2008 |
Le ragioni di un monitoraggio |
Editoriale |
Gian Maria Tosatti |
Inizia con questa uscita una serie di numeri speciali a cadenza quasi quotidiana che per due settimane impegneranno la nostra redazione. Al centro del nostro “particolare interesse” sarà il festival Teatri di Vetro, una rassegna teatrale dedicata alle nuove esperienze della scena, che quest’anno vede la sua seconda edizione. Alla base del nostro impegno “extra-ordinario” stanno una serie di ragioni importanti che vogliamo dichiarare prima di iniziare una maratona che speriamo avrà come primo risultato quello di comporre un quadro sufficientemente chiaro di quali siano le possibilità di un territorio, come quello romano, nel quale realtà indipendenti e istituzionali si mettono assieme per incrementare le potenzialità di fasce importanti dell’identità di un Paese e della sua economia come quelle della cultura. In secondo piano speriamo di fornire al lettore una piccola mappa sulle realtà artistiche di qualità che possa aggiungersi a quella più grande e continuativa che settimana dopo settimana la redazione di questa rivista va tessendo. Ad aprire la lista delle motivazioni che ci spingono ad un “ardito” fuori programma sta la volontà di collaborare assieme alle altre realtà che, come la nostra, fanno parte del progetto Scenari Indipendenti. Vogliamo infatti contribuire affinché questa iniziativa di grande e innovativo valore, promossa dalla Provincia di Roma assieme alla Regione Lazio e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa, possa raggiungere i migliori risultati possibili e divenire un modello da ripetere anche altrove. C’è poi la memoria di quanto accaduto lo scorso anno, quando decine di realtà figlie del grande impegno dei centri culturali indipendenti di questa città trovarono un momento di vetrina collettiva sul palcoscenico del festival. Spettacoli prodotti e visti in luoghi diversi, dall’Angelo Mai al Rialto, dal Kollatino al Furio Camillo, fino al Forte Prenestino e ad altri attivissimi spazi, si mettevano in fila dando a colpo d’occhio le dimensioni di un fenomeno di grandissimo rilievo. Una città era stata coinvolta nella volontà di combattere l’omologazione contemporanea attraverso le armi della cultura e della bellezza. E per ultima c’è una motivazione di ordine affettivo legata al fatto che dopo due anni di preparativi il progetto de La differenza individuava nell’edizione dell’anno scorso di Teatri di Vetro un ambito circoscritto e ottimale in cui poter realizzare le prime uscite prototipo di quella che poi, da gennaio di quest’anno sarebbe diventata la nostra rivista. Per tutti questi motivi ci accingiamo con le intenzioni migliori a seguire giorno dopo giorno gli spettacoli delle compagnie che quest’anno arriveranno non solo da Roma e provincia, ma da tutta la regione, con una piccola, ma importante finestra anche su alcune realtà nazionali. Ovviamente la nostra buona disposizione non prescinde dall’intento critico che muove la ragion d’essere di questa rivista e che affrontammo nell’editoriale dell’anno 0 numero 0 (che si può trovare in archivio). Per cui siamo sicuri che in qualunque progetto ci troveremo a collaborare attivamente il nostro miglior contributo possa essere esporre artisti e organizzatori al leale fuoco incrociato delle nostre critiche. |