Anno 3 Numero 03 - 01.03.2011 |
Anno 1 Numero 39 Del 17 - 11 - 2008 |
Attraversamenti fra cultura e politica |
Un convegno sul rapporto fra metropoli e codici artistici e una serie d’interventi nei punti nevralgici di Roma per il festival di Margine Operativo |
Mariateresa Surianello |
Il tema proposto da Margine Operativo era una precisa sollecitazione, “Le trasformazioni delle metropoli e le interazioni/connessioni con i codici artistici del contemporaneo”, e avrebbe dovuto portare naturalmente verso un’esposizione teorica di pratiche poetiche, certo a partire dalle politiche, e non solo culturali, e non solo romane. E invece gli interventi che si sono succeduti alle Officine Marconi, nell’incontro curato dalla Differenza per la serata conclusiva della prima tranche di Attraversamenti Multipli 2008, sono rimasti quasi completamente incagliati ai discorsi politici. O meglio sembra siano proprio le relazioni tra cultura e politica a creare una sorta di scala di valori e a stabilire la supremazia della seconda sulla prima, portando quest’ultima al totale soggiogamento da parte della politica. Nelle occasioni di dibattito pubblico, gli artisti (e gli operatori culturali) non sono quindi disposti a parlare delle loro pratiche estetiche, mentre raccontano volentieri le loro difficoltà a esistere, che spesso poi condizionano non poco le stesse poetiche. Programmato in apertura di una lunga serata di spettacolo, il convegno è stato ospitato in uno degli spazi più discussi della capitale, le Officine Marconi, che al di là del suo essere stato, negli ultimi anni, oggetto di scambio per l’urbanizzazione di questo spicchio di città – siamo nella periferia Est - continua a mostrare tutta la sua potenzialità come luogo di accoglienza della creatività contemporanea, per questo urge chiarezza sulla sua attuale e futura gestione. Ed era stato proprio Margine Operativo, nell’edizione 2002 di Attraversamenti Multipli, ad aprirlo per la prima volta come ex Italcable, quando gli accordi per l’utilizzo si prendevano con Telecom Italia. Fu un evento memorabile, che nella memoria di chi scrive si colloca accanto all’apertura di un altro polo di aggregazione, dall’altra parte della città, l’Auditorium Parco della musica – con tutto il rispetto per Renzo Piano. Tra i pilastri di questa architettura industriale è facile raccogliersi in circolo e aprire il dialogo con le istituzioni invitate a ragionare sul tema delle trasformazioni. Cecilia D’Elia – Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, è chiara nell’esporre la sua visione a partire dal lavoro svolto dalla Provincia di Roma che ha investito, anche attraverso l’articolato progetto “Scenari Indipendenti”, su quelle realtà che si interrogano sulla ridefinizione degli spazi urbani e su come le persone vivono oggi questi spazi. E’ un tema essenziale, secondo D’Elia, nella riflessione su un nuovo modo di vivere la cittadinanza, che non è più nella vecchia polis, ma nei luoghi di attraversamento. Ci sono dimensioni di “area vasta” e di “area metropolitana” che vanno discusse, tenendo conto di quei pezzi di popolazione che rimangono prigionieri degli spazi urbani, dove si generano intolleranza e razzismo. Le istituzioni pubbliche hanno il compito di mettere in connessione chi questi spazi li sa attraversare - l’elite intellettuale e la creatività artistica - con quei pezzi di popolazione prigioniera. Questa comunicazione va supportata, è un modo di pensare gli spazi urbani e quindi le politiche culturali in una dimensione urbana, che per D’Elia è una dimensione di area vasta. L’assessore accenna anche al lavoro avviato sui “piani territoriali della cultura”, quelle zone di cintura che la popolazione attraversa quotidianamente. La sfida di Cecilia D’Elia è quella di dare una forma culturale alla dimensione che lega Roma alle zone della provincia. Mentre, Emiliano Viccaro portavoce dell’Horus Occupato (che è stato sgomberato dalla polizia, lo scorso 21 ottobre) si domanda se la rete di spazi autogestiti costituitasi da oltre un decennio a Roma, possa sopravvivere alla nuova amministrazione comunale, Sandro Medici, presidente del Municipio X, mette il dito sulla sconfitta politica che è anche una sconfitta sociale. Una difficoltà di trovare forme di comunicazione con interi territori, soprattutto di periferia. Ma è anche una sconfitta – sottolinea Medici – che produrrà sempre più una crisi strutturale delle possibilità di favorire forme di espressività artistiche e culturali fuori dei circuiti di mercato. Il timore di Medici è che venga inaridita alla fonte la possibilità minima di favorire progetti che attraversino i territori. Se c’è un problema generale sull’uso degli spazi pubblici anche semplicemente per l’aggregazione sociale – non solo l’esperienza dei centri sociali – c’è accanto il problema su come queste istanze vengono ora accolte. Dal modello mediceo di Veltroni, all’interno del quale c’era una parte residuale che consentiva possibilità e condizioni indipendenti. Il nuovo governo non sappiamo – afferma Medici – cosa farà. Si dice che la cultura sia un lusso e quindi si sospendono gli investimenti sul benessere culturale. Se questo dovesse accadere a Roma, entrerebbe in crisi la cifra culturale della città, che andrebbe a fare solo il presepe vivente e la processione dei flagellati a Pasqua. Quindi, secondo il presidente del X Municipio, la cultura diventa un terreno di battaglia politica forte. Si dovrà recuperare una radicalità nella critica, per avere spazi pubblici e risorse per la cultura. E Medici ripropone la sua idea per fronteggiare il taglio alla cultura assestato dal governo. Se a ciascuna delle grandi istituzioni culturali della città (Teatro dell’Opera, Teatro di Roma, Santa Cecilia...) si togliesse uno spettacolo in cartellone e quella parte di finanziamento pubblico – dice Medici - andasse alle attività marginali, queste esperienze potrebbero sopravvivere. E sono le esperienze di lavoro nelle periferie. Questa è anche una battaglia di territorio – conclude Medici. A questa proposta Cecilia D’Elia non si mostra d’accordo e ribatte che il governo di centro-destra, mentre taglia i fondi alla cultura, destina 500 milioni a Roma, bisognerà capire quanti di questi saranno, a loro volta, destinati alla cultura. Quando il dibattito si spegne, la serata alle Officine inizia ad animarsi di performance e spettacoli, tutti site specific, che nell’immensità degli spazi diventano maestosi. A parte i Semi Volanti di Valerio Gatto Bonanni che all’esterno dell’edificio sceglie la segregazione di un pulmino Fiat per creare brevi e intimissime scene per 3 spettatori. Al piano terra, Margine Operativo prosegue con Città-spettacolo per corpi randagi la felice formula del concerto teatrale che è un nuovo attraversamento della metropoli, intesa come luogo e simbolo della complessità. In scena il testo di Pako Graziani e Alessandra Ferraro è affidato alla voce di Indo, rapper che rinuncia alla sua vocazione e modula le parole sulle musiche di Federico Camici (basso e voce) e Andrea “Loko” Cota (chitarra e voce). Nel lasciare lo spazio di Margine Operativo, nella tromba delle scale si rimane bloccati dall’incontro con i quattro grigi danzatori di Zeitgeist che il coreografo Stefano Taiuti ha rinchiuso in 2 mt 2 e gioca ora a riprenderli con una piccola telecamera. Dalla lentezza del buto si viene subito catapultati nella frenesia di MaddaI. Nella sala grande dei concerti, il disegno coreografico di Simona Lobefaro ha un respiro profondo e assume una forma distesa. E’ una sorta di elastico questo Time Remap che richiama continuamente al centro della scena i danzatori schizzati in mezzo al pubblico. Poi, di nuovo il respiro si rallenta nell’impatto con Giano, una grande installazione di teli di plastica e decine di metri di carta stagnola che Maddalena Gana e Giordano Giorgi vanno ad abitare dopo averla pensata nella loro indagine sull’acqua e sul suo scorrere. Alluminio e plastica come elementi ravvicinati e in cerca di compenetrazione, in cui sembra riemergere quella loro continua tensione tra maschile e femminile, Mi rubi gli occhi, recita il titolo. Sopra, al secondo piano, una lunghissima fila ci impedisce di entrare nella Casina Benedetta dove Leone Monteduro ha preparato il suo Ptah... ma giù sta per iniziare il concerto di musica elettronica B_Co.Me con Costanza, cantante romana, ormai attiva a New York, e Marco Messina (ex 99Posse) e proprio nella Grande Mela nasce lo scorso autunno questo progetto. Ma la notte alle Officine Marconi ripensate per gli Attraversamenti Multipli di Margine Operativo è ancora tutta da vivere. Le ore sono piccole quando iniziano il dj set dei Dj SoundTherapy e le video live performance di Riot Generation Video. Ancora suoni e immagini per risvegliare questo quartiere dormitorio. |