Anno 0 Numero 05 Del 27 - 5 - 2007
Danza della vita
Potente e naturale il solo di Maddalena Scardi

Gian Maria Tosatti
 

Quando si guardano i rallenty dei video di sport, del basket, dell’atletica, non sembra che stiano danzando? E’ questo che viene in mente quasi subito guardando Esseri Imperfetti di Travirovesce/Kreadanza studio, un solo di Maddalena Scardi su musiche di Riccardo Veno. Per tutto il tempo sembra di trovarsi di fronte a tutte le danze che il corpo esegue in stato di grande concentrazione e necessità. La danza del pugilato, la danza del cacciatore, la danza del maratoneta. Sono tutte danze in cui quel che manca è la ricerca del movimento coreografato. Ed è esattamente quello che accade in questo lavoro in cui la Scardi dimostra tutto il divertimento degli sportivi. E’ proprio questo che tiene appeso lo spettatore a qualcosa che trova estremamente naturale.

Uno spettacolo in cui il movimento è tutto. La sua rapidità è ritmo di scrittura. Non c’è altro al di fuori di quelle accelerazioni, di quei cambi di direzione e strattoni duri quasi quanto quelli di una partita di pallacanestro. E movimento è anche quel tremolare il proprio bilico interiore che la danzatrice ripete in ogni singolo passaggio di quest’opera coraggiosa e rigorosissima. Negli occhi, nel modo in cui la Scardi riesce a giocare con ciò che vede, si costruisce lo spazio concreto che lo spettatore disegna seguendo lei, in una bellissima sottoveste beige e marrone con gli anfibi, i guanti tagliati e una strana papalina, segni di tanti corpi, sovrascritti simultaneamente uno sull’altro, i tanti corpi che si sommano nel nostro peso. Impeccabile il disegno luci, capace di sostenere il solo nelle sue graduali evoluzioni accendendo sulla Scardi i lampi di ognuno dei corpi che danza. Mentre più problematico è il discorso sulla durata. Un pezzo denso come questo rischia di perdere smalto nell’attenzione dello spettatore dopo la mezz’ora.